Il crocifisso in legno dei migranti

- Categoria : Notizie da APG23

Gli oggetti artigianali in legno trasmettono naturalmente calore, il calore della materia semplice e il calore della lavorazione a mano. Se questi oggetti vengono realizzati utilizzando anche il legno recuperato dai barconi che dopo aver portato fratelli migranti sono stati abbandonati sulle coste siciliane, legno che è stato barca, che ha trasportato vite e storie attraverso il mare, per poi perdersi tra le onde, scagliarsi nelle spiagge siciliane, ecco che l’oggetto acquista un valore unico e si carica di un significato profondo.

Pezzi di legno che raccontano storie 

Il crocifisso in legno porta non solo la storia di chi riscatta la propria vita ritrovando dignità nel lavoro e con le sue mani lo ha realizzato ma anche la storia delle persone che a quel pezzo di legno si sono affidate, su cui hanno poggiato i propri piedi e con essi le proprie speranze, in alcuni casi arrivando ad una possibilità di riscatto e in tanti casi purtroppo vedendo invece quelle speranze affondare insieme alla propria vita incontrando un destino tragico.

Restituire dignità a chi ha perso la vita

Sentiamo l'importanza di restituire dignità a queste storie affondate, per ricordarci del valore dell'accoglienza verso chi arriva, ecco perché il primo oggetto che tutti abbiamo pensato di realizzare è stato un crocifisso, il crocifisso dei migranti. Il legno della croce ha portato Gesù come il legno dei barconi ha portato i nostri fratelli, un legno che porta i segni della sofferenza ma anche della speranza. Molti sacerdoti, avendo visto questi crocifissi pensati per le nostre case, ci hanno chiesto di realizzarne anche di più grandi per condividerli con tutta la comunità parrocchiale, altri ci hanno chiesto di realizzarne di più piccoli per utilizzarli come croce pettorale per il proprio Vescovo, un crocifisso più grande è stato fatto per un monastero di clausura, dove le monache vivono la propria missione contemplativa e oltre a ricordare tutte le persone - fratelli e sorelle - abbandonate nella loro solitudine, migranti senza speranza, accompagnano con la preghiera i ragazzi della falegnameria.

Lavorare il legno dei barconi dei migranti

Purtroppo il legno non può dirci il nome e la storia di chi ha perso la propria vita in mare con lo sguardo rivolto ad un orizzonte di speranza, pace e giustizia, ma quel nome e quella storia prendono nuovamente vita passando dalle mani di chi con cura e delicatezza ha raccolto quel legno dalla sabbia e lo trasforma in un crocifisso in legno piccolo o in un crocifisso in legno grande con la figura di Gesù. Il legno infatti viene lavorato dalle persone con disabilità e dai giovani che hanno conosciuto il carcere, accolti nella Cooperativa "Rò La Formichina" della Comunità Papa Giovanni XXIII. Sono le mani di persone come Zeyd e Salvatore che ci hanno raccontato la loro storia.

La storia di Zeyd, profugo siriano

Mi chiamo Zeyd, vengo dalla Siria, Paese dal quale sono scappato insieme a mia moglie per giungere in Libano, nel campo profughi dove sono rimasto per 8 anni. Dopo ciò ho avuto l’opportunità di rifugiarmi in Italia attraverso il programma dei Corridoi Umanitari, alla ricerca di una vita migliore per me e la mia famiglia lontano dalla guerra e dalla sua crudeltà.

Oggi lavoro nella cooperativa a Santa Venerina, aiutando la mia famiglia e aiutando me stesso a padroneggiare la lingua italiana e ad apprendere il mestiere di falegname attraverso il mio impegno.

La cosa che mi piace di più del lavorare qui è il lavoro di squadra per aiutare gli altri, e mi piacerebbe padroneggiare il mestiere di falegname.

Collaboro con il gruppo di lavoro come assistente, e il vantaggio maggiore per me è l’avere un lavoro e una possibilità di un futuro in cui mi prendo pienamente cura della mia famiglia, mi sforzo ogni giorno di essere un componente efficace di questa cooperativa perché è meraviglioso lavorare insieme a tutti loro, spero di lavorare sempre con loro e invito tutti a sostenere la cooperativa per darle la possibilità di aiutare tutti coloro che hanno bisogno di aiuto.

La storia di Salvatore

Sono Salvatore, nato a Catania, e nei primi anni della mia vita ho vissuto con la mia famiglia a Librino (un quartiere molto degradato) fino all’età di 8 anni, purtroppo per svariati motivi ho dovuto lasciare la mia casa ed ho vissuto 4 anni in collegio e tre anni e mezzo in comunità maschile, nel 2005 ho trovato le porte della casa famiglia di Alberto e Concetta pronte ad accogliermi e da 17 anni lavoro in falegnameria. Prima di inserirmi come falegname, ho provato ad iscrivermi alle superiori, all’agrario, ma non ho avuto fortuna e mi è stata data l’opportunità di lavorare in falegnameria e frequentare il centro diurno.

In falegnameria sono un po' un tuttofare, assistendo le mani esperte di Alberto e Davide, ma la mia mansione preferita è quella di verniciare. In tutti questi anni mi sono fatto un bel po' di amici qui in cooperativa e sono fiero di questo lavoro perché mi ha dato un posto nel mondo, sennò non ne avrei avuto uno! La mia fortuna è stata quella di entrare in comunità e successivamente in cooperativa e qui di aver conosciuto persone dal cuore grande che mi hanno accolto prima come un figlio e dopo come un vero amico.  

Dall’esclusione sociale all’apprendimento di un mestiere

La Cooperativa Sociale “Rò La Formichina” nata nel 2001 a Santa Venerina (CT), ha l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale e lavorativo di persone che sono state escluse dalla società a causa della loro condizione fisica o del loro passato, rispondendo ai bisogni socio-assistenziali ed educativi delle persone con disabilità e dei ragazzi in situazioni di svantaggio.

Promuove l’inserimento lavorativo di ragazzi con procedimenti penali in corso e delle persone con disabilità, attraverso l’acquisizione di competenze professionali principalmente nei settori della falegnameria e dell’apicoltura. Perché Il lavoro non è solo lo svolgimento di una mansione ma un’esperienza fortemente educativa, in grado di prevenire la recidiva. 

Perché acquistare un crocifisso in legno dei migranti?

Quando prenderai tra le mani uno di questi crocifissi sentirai la preziosità di questo oggetto e le storie che si porta dentro. Contribuirai a restituire dignità a queste storie affondate, che ci ricordano il valore dell'accoglienza verso chi arriva e il valore di una vita che non è abbandonata ma accompagnata. Perché la vita continui a vincere sul peccato e sulla morte.

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